Diabete Insipido

Il diabete insipido è caratterizzato dalla cospicua emissione di urina, accompagnata da un'insaziabile sete . Il diabete insipido è molto diverso dal più diffuso diabete mellito e non esiste nessun tipo di correlazione accertata tra i due.


Nel caso del diabete insipido, infatti, l’eccessiva quantità di urina non è la conseguenza di valori troppo alti di glucosio nel sangue dovuti ad un mancato o cattivo funzionamento dell’insulina. E' dovuto ad una mancata o insufficiente secrezione dell'ormone antidiuretico (ADH o vasopressina) da parte dell'ipotalamo e dell'ipofisi posteriore, o dalla sua mancata attività a livello renale. Nel primo caso si parla di diabete insipido centrale, ADH-sensibile o neurogenico, nel secondo di diabete insipido nefrogenico o ADH-insensibile (perché non si può correggere con la somministrazione di vasopressina esogena).


Il diabete insipido può essere completo o parziale, permanente o temporaneo.
La vasopressina agisce a livello renale stimolando il riassorbimento di acqua ed opponendosi alla diuresi, per questo il sintomo principale del diabete insipido è la produzione di grandi quantità di urine diluite associate a sete intensa.

Quando si viene  colpiti dalla malattia si può arrivare ad eliminare fino a 18 litri di urine al giorno. In condizioni normali, infatti, l'ormone vasopressina agisce nell'ultimo tratto dei nefroni (tubuli distali e dotti collettori), dove promuove il riassorbimento di una notevole quantità di acqua. Il volume delle urine si riduce ed aumenta di riflesso la loro densità (peso specifico). In presenza di un deficit assoluto o relativo di vasopressina la poliuria è dunque un sintomo inevitabile, così come la nicturia (necessità di urinare più volte durante il riposo notturno) e la polidipsia (sete incontenibile).

Il diabete insipido è ben tollerato fintanto che il paziente ha a disposizione sufficienti quantità di acqua; qualora ciò non accadesse o il malato fosse impossibilitato a bere, si assiste ad una rapida disidratazione, con perdita di peso, emoconcentrazione fino al collasso e alla morte.

Alla base delle cause di questa sindrome possono esservi, ad esempio, rare malattie genetiche o malformazioni congenite a livello ipotalamico (forme primitive); più frequentemente il diabete insipido centrale è conseguenza di traumi cranici, interventi neurochirurgici, processi infettivi (encefalite, meningite) o tumori endocranici; in una buona percentuale di casi (30-40%) la causa rimane tuttavia sconosciuta (forme idiopatiche). Rispetto a quello centrale, il diabete insipido nefrogenico è una malattia assai rara, sostenuta dall'incapacità dei recettori renali di rispondere in maniera adeguata all'ADH, di per sé prodotto in quantità normali; anche in questo caso esistono forme congenite ed acquisite, tra cui ricordiamo l'insufficienza renale cronica, l'ipercalcemia e l'ipopotassemia. Infine, possono esservi anche delle forme transitorie, ad esempio per l'azione di sostanze che interferiscono con l'azione dell'ormone antidiuretico.

Il trattamento del diabete insipido centrale consiste nella somministrazione di vasopressina per via nasale, orale o sottocutanea, che consente la regressione delle manifestazione sintomatologiche. In alcuni e selezionati casi, la cura può essere etiologica e come tale basarsi sulla rimozione della causa promuovente (ad es. asportazione di una massa tumorale).
In presenza di diabete nefrogenico non esiste una terapia medica e la malattia viene controllata tramite assunzione di forti quantità di acqua, restrizione del sodio nella dieta ed uso di diuretici tiazidici.